Molti nodi ancora da sciogliere e grande subbuglio nella politica cittadina che si avvia all’appuntamento elettorale per il rinnovo di sindaco e amministrazione comunale. Le acque restano agitate (anzi al momento sono ancora più tumultuose) soprattutto sul fronte del centrosinistra, al punto che l’annuncio della candidatura a sindaco di Riccardo Brezza, data per certa nella riunione odierna del partito, è quanto meno slittata sullo sfondo della contrapposizione tra le due anime del partito accentuata dalla discesa in campo di Roberto Gentina. Non solo, perchè accanto alle divisioni interne sono tuttora assolutamente incerte le convergenze che si potrebbero realizzare tra partiti e gruppi civici dell’area ed è in alto mare se non da considerare già irrealizzabile la prospettiva di una vasta convergenza attorno al nome di un candidato. Sul versante opposto del centrodestra l’alleanza di ferro tra Verbania Futura e Fratelli d’Italia, già stretta attorno al programma e alla indicazione di Giandomenico Albertella come candidato, avrebbe incassato l’adesione della Lega (salvo sorprese dalle alte sfere del partito), mentre a creare scompiglio è stata la dura presa di posizione di Forza Italia critica sia nei confronti del programma precostituito che delle posizioni di Albertella. Di certo la sortita di Mirella Cristina ha ridato voce a chi mostra scetticismo per la candidatura dell’ex sindaco di Cannobio, ma salvo sviluppi sorprendenti non sembra in grado di rimescolare le carte attorno al suo nome e ad un obiettivo perseguito ormai da anni.
Complimenti per l’analisi dettagliata e chiara. A questo punto attendiamo, anche se l’ipotesi più probabile sia Gentina per il centrosinistra con le liste di centro e Albertella per il centrodestra forse senza forza Italia. Possibili sorprese sono dietro l’angolo con Brezza (ma non piace ai moderati) e la forzata adesione di forza Italia con un passo indietro di Cristina (in politica gli errori si pagano). Comunque elezioni molto incerte di cui non sembra approfittare il centrodestra che ha mancato la candidatura unica con e con un PD letteralmente disintegrato.
Ciao Robi, concordo in toto. Come ho detto qualche giorno addietro, venendo a mancare il pezzo forte un partito corre il rischio di ulteriori scissioni. Lo abbiamo visto a livello nazionale e lo vediamo ancora a livello locale. Senza dimenticare, candidature a parte, che i franchi tiratori sono sempre dietro l’angolo, soprattutto se si dovesse andare al ballottaggio: il rischio di vedere sparigliate le carte nelle coalizioni è alto.
ormai siamo al bellum omnium contra omnes: ragione in più per disertare le urne, in un paese ed una città priva di classe dirigente degna di questo nome!
concordo sulla guerra delle cadreghe, anche se considero utopistico un boicottaggio elettorale generalizzato, cioè a tutti i livelli istituzionali.
se lei ha tempo da perdere, voti pure, tanto non serve a nulla, non sono i partiti a dettare l’agenda!
Mah, questione di punti di vista. Ad ogni modo preferisco chi non vota, oppure chi vota scheda bianca, a chi invece vota scheda nulla. Per il resto, ho semplicemente detto che è impossibile che nessuno vada più a votare. Se poi tu ritieni che questo sia l’ unico modo per cambiare le cose, libero di crederci.
Per fortuna c’è il diritto di votare e non votare. Molti si sono pentiti del voto universale e vorrebbero un voto di élite. Democrazia deliberativa o meglio ateniese. Specie i radical chic. Quando si votava in massa Pci erano tutti intelligenti ed enancipati. La famosa classe operaia. Ora che li hanno abbandonati per la “destra populista” sono un gregge di pecoroni. Comunque evviva il sistema statunitense. Per votare debi iscriverti e dichiarare chi è il tuo partito di riferimento. Poi puoi votare se e chi vuoi. Fantastico!
Mah, io non credo che sia una questione di sinistrorsi radical chic oppure destrorsi snob kitsch. Il luogo comune che a destra non si sa fare un buon uso del diritto di voto è stato a lungo cavalcato e utilizzato come futile scusante bipartisan, per giustificare cambi di rotta dell’elettorato, che ci sono sempre stati, non solo in Italia, e che sono sempre più frequenti. Ad ogni modo oltre al sistema elettorale statunitense, di cui apprezzo per esempio anche il metodo di l’eleggibilità dei magistrati, vedo con favore anche il sistema elvetico, col suo misto di democrazia diretta e rappresentativa.