COMITATO DIFESA CASTELLI: SUL PIANO IRES DISPUTA POLITICA E NON NELL’INTERESSE DELLA SANITA’

COMITATO DIFESA CASTELLI: SUL PIANO IRES DISPUTA POLITICA E NON NELL’INTERESSE DELLA SANITA’

Crescono nel Vco divisioni e polemiche indotte dal Piano Ires per il futuro della sanità,  soprattutto in riferimento alle sorti dell’Ospedale Castelli.  Il Comitato difesa Castelli 2021, nel ribadire il NO AL PROGETTO IRES e l’invito per SABATO 22 MAGGIO ALLE ORE 15 DAVANTI ALL’OSPEDALE CASTELLI PER MANIFESTARE INSIEME IL DISSENSO DA QUESTO PROGETTO,  torna sull’argomento con un comunicato facendo riferimento alla nota con cui  alcune forze politiche invitavano tutti ad abbassare i toni ed avviare una pacata discussione sulla “proposta” Ires direttamente con i cittadini.

Una “proposta” che ha avuto anche il sostegno di una manciata di Sindaci firmando (a titolo personale?) un documento in cui si dà per certa l’esistenza di un Dea e di una “Emodinamica” al Castelli di Verbania, di cui non si trova però traccia nel suddetto “documento Ires”. Un modo perlomeno “strano” di coagulare un consenso che correttamente dovrebbe passare al vaglio dei cittadini in primis attraverso i Sindaci che li rappresentano. Abbassare i toni è sempre stato un problema di chi oggi lo propone, che proprio durante la campagna elettorale del 2019 ha strepitato contro l’ospedale baricentrico demonizzando la sua allocazione e non la sua funzione. Come si fa ad abbassare i toni quando il 26 ottobre 2019 il Presidente Cirio, in spregio ad ogni regola democratica e istituzionale, affida al Sindaco di Domodossola il “personale mandato” di decidere con i Sindaci dell’Ossola dove dovrà sorgere il nuovo ospedale. Non si dovevano alzare i toni?

Adesso è uscito il “documento Ires” che guarda caso cerca di dimostrare che quella soluzione annunciata da Cirio nel 2019 è quella giusta. Miracolosa preveggenza? Dal linguaggio “criptico” e dai molti contorcimenti verbali emergono però alcuni interrogativi. Non si dice per esempio a cosa serviranno i letti rimasti al Castelli quali specialità andranno nel nuovo “ospedalino elettorale”, a quale scopo sono stati assegnati posti letto aggiuntivi al Coq, appare però chiaro che il Dea sarà uno solo e a Domodossola. Già oggi alle ambulanze del 118 porta i pazienti al Dea di Domo. Dove sta la novità? Il sud della provincia è già privo di questa struttura di emergenza. Ma questo forse lo spiegheranno al telefono.

Certo se confrontiamo questo metodo con quello adottato dalla precedente amministrazione regionale, il confronto è stridente. La proposta del nuovo ospedale baricentrico di Ornavasso, approvata dalla maggioranza dei Sindaci del Vco dopo un passaggio obbligato in consiglio comunale, aveva avuto l’approvazione generale di medici associazioni ed enti. Questo ha dato il via a tutto l’iter burocratico amministrativo che ha portato il Ministero a dare la sua approvazione al progetto. La Regione stanziò 60 milioni di euro e gli altri 150 erano stati stanziati dall’Inail sulla base di quel progetto. Si può certamente dire che era condiviso e non divisivo come questo dell’Ires. Hanno sempre strepitato contro l’ospedale in “collina”. Non andava bene là? Bastava spostarlo più in basso, o no? Ma scusate, se anche il documento dell’ordine dei medici pubblicato in questi giorni, prende le distanze dal progetto Ires, vorrà pur dire qualcosa, o no?  Ha ragione qualcuno ad invocare un referendum per permettere ai cittadini di esprimere il proprio parere, perché, checché se ne dica, la disputa è prettamente politica, cosa che non c’entra nulla con la sanità.

 

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