FA DISCUTERE LA PROPOSTA DI UN’ASSOCIAZIONE PER IL MUSEO DEL PAESAGGIO. IL “NO” DI PARACHINI

L’ingresso di Palazzo Viani Dugnani.

Suscita reazioni e discussioni la proposta, da ratificare a brevissimo, di revisione dello Statuto del Museo del Paesaggio, dopo che il consiglio del Museo nella sua ultima riunione l’ha approvata all’unanimità.  Le maggiori perplessità riguardano il fatto che il Museo diventi una associazione e a tale riguardo c’è da registrare la lettera aperta inviata da Marco Parachini al commissario straordinario Michele Mazza nella quale il candidato Sindaco chiede sostanzialmente due cose: che il Museo resti una Fondazione e non diventi un’Associazione e  che il Comune continui a esserne protagonista e non messo in disparte. Ecco di seguito la lettera:

Apprendo che il Consiglio del Museo del Paesaggio ha approvato, all’unanimità, il nuovo Statuto dell’Ente.

Se per un verso non posso che compiacermi della ritrovata concordia all’interno di un ente che si è caratterizzato negli ultimi anni per un alto livello di conflittualità interna, dall’altro non riesco a gioire per il testo statutario licenziato dal Consiglio.

Come avrà potuto notare, la natura giuridica del Museo era assolutamente incerta: un Ente morale, cui partecipavano tre categorie di soci, ma dove, alla fine, l’ultima parola spettava al Comune di Verbania.

D’ora innanzi, sulla base del nuovo Statuto, non sarà più così: il Museo sarà una semplice associazione, amministrata da cinque consiglieri, dei quali solo due indicati dal Comune.

Converrà anche Lei che l’associazione privata sia la forma giuridica meno idonea alla gestione di un patrimonio artistico che è bene comune dell’intera collettività verbanese, senza peraltro apportare alcun vantaggio gestionale.

Da tempo vado sostenendo – ma con me altri, anche di diversa parte politica – che la naturale evoluzione dell’idea che Antonio Massara aveva del suo, e nostro, Museo sia quella di una sua trasformazione in una Fondazione di Partecipazione.

Per la verità non si sarebbe trattato neppure di una trasformazione: il Museo di Massara era già una Fondazione di Partecipazione ante litteram. L’aver previsto degli Enti fondatori ed aver loro affiancato gli “Amici del Museo”, in una sorta di “azionariato diffuso”, non era già un preconizzare la Fondazione di Partecipazione?

Ho avuto modo di esprimere ad alcuni componenti il Consiglio del Museo queste mie idee. Mi è stato risposto che era una “bella suggestione” da rimandare ad un futuro prossimo, quando si rimetterà mano allo Statuto.

Certo: per molti Consiglieri questo è solo uno statuto-ponte.

Ma non sarà così!

Senza scomodare la facile battuta sulla provvisorietà all’italiana, non credo che il Comune di Verbania possa domani, stante la normativa sul contenimento della spesa pubblica, partecipare ad una nuova Fondazione di Partecipazione.

Il passaggio ad Associazione non sarà un semplice iato, ma una irriducibile cesura: ciò che oggi sarebbe ancora possibile, dopo non lo sarà più.

Il fatto che il Museo diventi in questo modo “terzo” rispetto al Comune di Verbania farà inevitabilmente emergere alcune criticità, ora latenti, che da sempre hanno caratterizzato i rapporti tra i due Enti.

A più riprese il Comune di Verbania, e prima di esso i Comuni di Intra e Pallaza, ha apportato al Museo beni del proprio patrimonio (solo a titolo di esempio: il recente deposito di lastre fotografiche, lo scorporo della Sala Storica Intrese ecc..). Finché il Museo era una sorta di appendice del Comune, non sussistevano problemi, ma adesso?

Il Comune di Verbania concede in comodato al Museo del Paesaggio palazzo Viani Dugnani e palazzo Biumi Innocenti (quest’ultimo anche riscaldato). Vale lo stesso ragionamento per i conferimenti artistici; aggravato dal fatto che il Comune di Verbania richiede la corresponsione di un canone locativo a tutte le associazioni, comprese quelle di pubblica assistenza, che utilizzano immobili comunali. Come farà con il Museo?

Mi voglia perdonare, signor Commissario Straordinario, se mi sono dilungato oltremodo, ma Lei detiene l’unica possibilità che questa Città ha per salvare il suo Museo: non ratifichi lo svilimento di un Ente in un’Associazione.

Marco Parachini

 

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