FRODE FISCALE SU PRODOTTI PETROLIFERI, LE FIAMME GIALLE SEQUESTRANO LINGOTTI ORO E CONTANTE PER UN MILIONE DI EURO

FRODE FISCALE SU PRODOTTI PETROLIFERI, LE FIAMME GIALLE SEQUESTRANO LINGOTTI ORO E CONTANTE PER UN MILIONE DI EURO

I Finanzieri del Comando Provinciale di Verbania hanno individuato un articolato sistema di evasione fiscale perpetrato da un’associazione a delinquere, la quale attraverso l’interposizione di società “cartiere” tra il fornitore comunitario di carburanti e il cliente finale (distributore stradale), ha evaso e riciclato l’Iva dovuta all’Erario per la commercializzazione di prodotti petroliferi per autotrazione. Le attività investigative, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verbania, hanno preso spunto dall’«analisi di rischio» del settore del commercio di carburanti nel Vco (aziende con rapido incremento del volume d’affari, prezzi ribassati rispetto al mercato, anomali flussi finanziari, etc.), consentendo di individuare un distributore stradale ossolano che dal 2015 ha sistematicamente applicato il prezzo di vendita alla pompa più basso rispetto a quello praticato dagli altri distributori stradali della provincia.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania nella persona del Sostituto Procuratore Fabrizio Argentieri, ha consentito di disvelare un’imponente “frode carosello” posta in essere attraverso “filiere commerciali” create ad hoc, al solo fine di porre in essere il meccanismo di frode all’Iva, che, oltre a determinare una sottrazione d’imposta all’Erario per complessivi € 43.808.911,93, ha indotto l’immissione in commercio di prodotti petroliferi a prezzi di vendita più concorrenziali rispetto a quelli correnti di mercato. Gli artefici della frode, tramite società  “cartiere“ a loro riconducibili, si sono interposti tra i fornitori comunitari dei prodotti energetici in Slovenia, Romania e Croazia e i clienti finali sul territorio nazionale (distributori stradali), e attraverso tali società, omettendo di dichiarare e versare l’Iva sulle vendite del prodotto petrolifero, hanno illecitamente capitalizzato l’imposta evasa, riciclandola attraverso un ulteriore schermo di società cartiere in territorio partenopeo e in Slovenia, e in parte utilizzandola per retrocedere agli stessi clienti un “premio fedeltà” in denaro contante, ovviamente “in nero”, quantificato proporzionalmente in base ai quantitativi di prodotto acquistato. Uno degli utilizzatori delle fatture soggettivamente inesistenti nonché destinatario del “premio fedeltà” è stato individuato in un rappresentante legale di una società ossolana e, per questo, denunciato per il reato di utilizzo, nelle dichiarazioni Iva delle annualità 2018 e 2019, di fatture soggettivamente inesistenti per un imponibile complessivo pari a oltre 5.044.361,39 milioni di euro. In piena aderenza alle ipotesi investigative delle Fiamme Gialle, il Gip presso il Tribunale di Verbania, Elena Ceriotti, ha disposto nei confronti della società e del suo rappresentante legale la misura cautelare del sequestro preventivo del profitto del reato, per un importo quantificato in 1.109.759,50 euro. I Finanzieri hanno quindi dato esecuzione alla predetta misura cautelare, rinvenendo nel corso delle operazioni di perquisizione, lingotti d’oro e assegni circolari per il controvalore corrispondente alla somma da sottoporre a sequestro.

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