IMPORTANTE APPUNTAMENTO CON IL TEATRO AL CENTRO EVENTI IL MAGGIORE

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Per il cartellone “Prosa e…” venerdì 10 marzo alle 21  al Teatro Il Maggiore Emilio Solfrizzi è protagonista di un classico del teatro di Molière,  Il Borghese Gentiluomo. Biglietti da 17 a 25 euro.

L’acquisto dei biglietti è possibile presso:    // ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Verbania a Pallanza piazza Garibaldi, lunedì, martedì e giovedì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17, mercoledì e venerdì dalle 8 alle 12.30   // ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Verbania a Intra in via Fratelli Cervi 5: lunedì, martedì e giovedì dalle 8 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17, mercoledì e venerdì dalle 8 alle 12.30   // ufficio informazioni e accoglienza turistica in via Ruga 44 dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle 17   // sito www.ilmaggioreverbania.it   // biglietteria del Teatro Il Maggiore a partire da due ore prima dell’inizio dello spettacolo.

IL BORGHESE GENTILUOMO  di Molière

Con Emilio Solfrizzi e con Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari

Costumi Sandra Cardini

Regia di Armando Pugliese

Produzione ErreTiTeatro30, Roberto Toni

La trama de Il borghese gentiluomo è lineare e semplice: un ricco borghese, il signor Jourdain, sogna di diventare nobile, tra persone prive di autentiche qualità come adulatori e scrocconi, che lo raggirano e assecondano la sua follia, pur di ottenerne un guadagno. E’ circondato dal maestro di musica, di ballo, di scherma, di filosofia. La trama si arricchisce delle rivalità tra i diversi maestri che scroccano denaro a Jourdain e ciascuno di loro ritiene e predica che la propria arte, la propria scienza, è il fondamento primo dell’esser un gentiluomo. A questi si contrappone la moglie, donna estremamente pratica e razionale che cerca di farlo rinsavire. Alla coppia dei Jourdain se ne aggiunge una secondaria, i rispettivi servitori dei due coniugi: la servetta Nicoletta, simpatica e coraggiosa, e Coviello, innamorati tra di loro. Ne nasce una farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro comico: quella del Gran Turco. Coviello, vestito da turco e parlando un turco maccheronico, si presenta a Jourdain e gli fa credere che il figlio del Gran Turco, di lignaggio reale, è qui per sposare Lucilla, la figlia di Jourdain. Jourdain, lusingato dalle promesse di nobiltà, cade nel tranello e ne nasce un fragoroso balletto-farsa. Di fronte all’ennesimo rifiuto del ‘borghese’ di dare in sposa sua figlia al non nobile ragazzo che ama, tutti d’accordo gli giocano la beffa finale e anche la moglie che, pur criticandolo aspramente lo ha sempre protetto, gli si schiera contro lasciandolo definitivamente solo nella sua folle utopia. Al termine della vicenda Jourdain continuerà a sognare tutto quello che non potrà mai avere, come succede ai grandi personaggi comici del teatro di Molière.

Come l’avaro, come il malato immaginario, come l’ipocrita Tartufo, anche questo borghese che sogna di diventare un gentiluomo è, nella cultura letteraria europea, un archetipo: è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare col denaro quei meriti e quei titoli che non avrà mai.

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