L’aggrovigliata trama dell’esperienza artistica di Giovanni Rodari

Cos’è l’arte e quale scopo ha all’interno della società contemporanea?

Spesso il tentativo di una risposta oggettiva a questi interrogativi distoglie da ciò che dovrebbe essere, a mio avviso, la prima questione in merito all’arte, che pone l’accento non tanto sull’oggetto, ma sul suo soggetto: l’Uomo.

Perché l’uomo, solo l’uomo e non l’animale lavora la materia per produrre forme, disegna un corpo e a volte persino si commuove di fronte a questo?

La piacevole scoperta degli esperimenti artistici di un cultore della storia dell’arte, Giovanni Rodari, mi ha portato a riflettere proprio sulla motivazione del perché l’uomo crea Arte. L’uomo nell’incessante fluire del tempo è “gettato”, per usare un termine heideggeriano, nell’esistenza della propria vita. Ma nello spasmodico susseguirsi degli eventi, l’uomo non si preoccupa solo di sopravvivere, ma prima di tutto vuole “vivere”.

È vero che l’uomo come il leone caccia l’antilope, ma è solo l’uomo, come uomo che disegna l’antilope nella grotta. Rende l’antilope qualcosa di più dell’essere semplicemente cibo. Rende l’antilope qualcosa di eterno: crea l’opera d’arte.

Nel disegnare l’uomo fa un’esperienza artistica e mette mano a ciò che sfuggirebbe inevitabilmente ad ogni presa.

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È ciò che Rodari crea nelle sue composizioni: afferra un evento della vita e lo ferma sulla carta bianca. Sperimenta tecniche, materiali, colori al fine primo di studiare la forma e la figurazione.

I corpi umani sono i soggetti prediletti: forme che costellano la propria esistenza.

Imprescindibile lo studio anatomico della forma, le prove di colore, visibili nei suoi primi lavori.

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I corpi vengono scomposti e ricomposti secondo le regole degli accadimenti della vita.

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E là dove poi le composizioni sembrano toccare le corde dell’astrazione, la figura in realtà ritorna come “ a ricomporre ciò che i ricordi hanno cercato di scomporre”.

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Un sipario neutro di colore sembra nascondere i corpi-attori sulla scena della vita: figure non da vedere, ma da “sentire” con gli occhi.

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La vita, sembra dirci Rodari, fluisce ininterrottamente, ma ad un certo punto, l’uomo si ferma e riflette: inizia a fare l’opera d’arte dando forma a ciò che è l’aggrovigliata trama della propria esperienza umana.

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