L’INTERVENTO DI SILVIA MARCHIONINI ALLA FESTA DEL 25 APRILE

L’INTERVENTO DI SILVIA MARCHIONINI ALLA FESTA DEL 25 APRILE
Buon 25 aprile!
Oggi è la festa più bella per ognuno di noi: celebriamo la libertà che abbiamo e che dobbiamo difendere.
A 79 anni dalla Liberazione dall’occupazione nazifascista e dalla fine della seconda guerra mondiale POSSIAMO INSIEME alle autorità e ai cittadini presenti fare alcune riflessioni sul senso di questo anniversario che conserva la capacità di far parlare le nostre coscienze.
La prima riflessione è questa: il 25 aprile è una ricorrenza identitaria per ogni italiano che oggi afferma senza timore di essere antifascista.
Il fascismo nella sua ideologia e nella sua manifestazione storica di dittatura lunga un ventennio,  è la negazione della libertà. Ha significato violenza, la guerra come obiettivo, la disuguaglianza fra le persone. Il punto più basso della nostra storia.
Ma con la Resistenza dopo l’8 settembre 1943 emerge il riscatto che determinò un lungo e faticoso percorso verso la Costituzione nel 1948, la democrazia e l’aspirazione ad un futuro migliore.
Siamo eredi senza nostri meriti di quella rinascita che vide essenzialmente due protagonisti: le popolazioni che sopportarono, come riuscirono, il peso della lotta in una società inpoverita e scaldata e i giovani e le ragazze, di ogni estrazione sociale, che scelsero la via partigiana.
Le loro storie, anche tragiche, sono presenti in lapidi e caratterizzano la nostra città e i monti circostanti.
Partigiani anche ignoti, tanti, e per questo il progetto di dare un nome a 33 persone attraverso un progetto di recupero del DNA con l’Università di Milano, il Comune di Baveno, la Casa della Resistenza e il Parco Nazionale Valgrande, assume un senso di omaggio e reverenza.
Ognuno di noi in questo presente confuso e a tratti disorientante ha un debito di riconoscenza verso i partigiani e non può sottrarsi ad un impegno civile, etico, politico.
Come ci ricorda e racconta Arialdo Catenazzi Verbania fu la prime città in Piemonte a venire liberata, qualche giorno prima dell’insurrezione generale del 25 aprile, e avvenne proprio qua, in questi luoghi, ad opera della Divisione Flaim. Mario Flaim, a cui è intitolata la sede del consiglio comunale,  sacrificò la sua vita, sapendo di farlo, al Pizzo Marona nel giugno 1944.
Democrazia, libertà sono concetti vuoti senza la nostra umanità e il contributo quotidiano di ogni cittadino che può  pensare alle parole di Antonio Gramsci, antifascista incarcerato: “Quando tutto sembra perduto, basta mettersi tranquillamente all’opera, ricominciando tutto dall’inizio”.
Silvia Marchionini
  1. roberto no fascista e no antifascista 25 Aprile 2024, 21:25

    e ringraziamo Dio che alle elezioni vinse la DC…altrimenti questi bravi comunisti ci avrebbero portato al disastro totale dell’oltre cortina! I partigiani? ha scritto tutto Giampaolo Pansa. Nulla da aggiungere

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    • Difatti in Italia abbiamo avuto una dittatura nazi-fascista, non comunista. Inoltre, l’ Italia democristiana, grazie alla sua politica dei 2 forni, con il maggior numero di imprese nazionalizzate, nonché col partito comunista più grande d’Occidente, ha sempre avuto ottimi rapporti col blocco socialista, esportando là addirittura il nostro cinema!

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  2. La rabbia e la frustrazione della parte di sinistra antidemocratica per le sconfitte elettorali e per avere un premier donna di destra deve essere insopportabile. Invece di dare risposte concrete e fare proposte politiche accettabili per cercare di vincere le elezioni in modo democratico evitando possibilmente molotov e bastoni, usano quella che dovrebbe essere la festa di tutti gli italiani come strumento di distrazione di massa. Oramai pure gli intellettuali seri di sinistra come Cacciari e Mughini, non quelli che raccattano soldi in rai, ne hanno abbastanza di questa retorica da quattro soldi. E ieri in piazza è andata in onda l’ennesima vergogna.

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