MARCHIONINI: MACCHINA DEL FANGO IN AZIONE

MARCHIONINI: MACCHINA DEL FANGO IN AZIONE

In città non si parla d’altro. E’ il caso esploso in piena campagna elettorale che coinvolge la sindaca uscente Silvia Marchionini, con le pesanti accuse giunte nei suoi confronti dalla querela della ex segretaria generale Antonella Mollia a proposito dello svolgimento di un concorso, vicenda ampiamente esposta nel servizio del programma “Le Iene” della rete nazionale Italia 1 di Mediaset e sulla quale è anche aperto un fascicolo in Procura.  Sono in molti a chiedersi come e in che misura il caso potrà ripercuotersi sull’esito delle prossime elezioni amministrative,  interrogativo al quale al momento non è certo facile dare risposta.  Abbiamo già riferito sulle prime reazioni da parte dei partiti. Si parla di garantismo ma  nelle valutazioni si va subito al di là di un semplice atteggiamento garantista che viene espresso come sempre in questi casi con sfumature diverse a seconda della collocazione politica di chi viene chiamato in causa; si critica  così il comportamento e il silenzio di Marchionini e non manca chi chiede esplicitamente  e giudica doverose le dimissioni.  A tale proposito la diretta interessata dal canto suo si limita a poche parole che esprimono la volontà di portare a termine il proprio mandato, ispirato anche in questa circostanza dalla volontà di migliorare il funzionamento della macchina comunale, e fanno riferimento ad una macchina del fango in azione nei suoi confronti e al momento in cui si chiarirà una verità  ben lontana da quella apparsa nel servizio televisivo.  La delicatezza della situazione e dell’attuale fase renderebbe naturalmente quanto mai opportuno e il più possibile rapido il chiarimento della vicenda, cosa peraltro non facile per cui ne restano inevitabili e destinati a protrarsi nel tempo riflessi e implicazioni sulla vita politica locale.

  1. Beh, diciamolo, basta guardare le date per capire che se la procura avesse voluto, oggi avremmo una verità giudiziaria, invece abbiamo il solito alibi della “giustizia ad orologeria”. Comunque, non è certo una macchina del fango, è una vicenda grave da chiarire.

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    • Se fosse così, allora la giustizia ad orologeria dovrebbe arrivare a cavallo delle elezioni, un po’ prima o subito dopo. La riflessione di cui sopra mi ricorda le esternazioni berlusconiane del passato e salviniane del presente. Ribadisco che la giustizia farà il suo corso, con tutti i suoi ritardi atavici, a prescindere dai tempi della politica.

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      • Beh, i tuoi sono esempi cannati. Berlusconi è stato assolto praticamente al 99 percento dei processi a parte Ruby che va avanti. In sostanza lo vogliono condannare perché gli piacevano le ragazze! Salvini ha preso decisioni politiche e lo hanno punito per questo. Ricordi le passerelle dei vip antirazzisti mentre le ONG e i vari Soumahoro facevano soldi sulle spalle dei poveracci? Ovviamente a sinistra pochi casi di giustizia ad orologeria…chissà perché?

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        • La giustizia ad orologeria e’ un modo per dire che ai politici vengono messi i bastoni tra le ruote spesso e volentieri da parte dei magistrati. Poiché in Italia siamo sempre in campagna elettorale, c’è questa sensazione diffusa che le inchieste giudiziarie arrivino sempre al momento giusto per l’ avversario politico ma sbagliato per chi le subisce. Non credo che a destra siano molte di più che a sinistra, poiché anche i magistrati si dividono in fazioni politiche. E questo accade non solo in Italia, vedi gli USA.

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          • in USA parte dei giudici viene eletta dal popolo, e si sa già di che partito sono. In Italia non vengono eletti da nessuno, e si sa dopo di che partito sono anche se non dovrebbero essere di nessun partito. Le correnti all’interno della magistratura italiana dovrebbero essere abolite.

  2. Sono d’accordo sull’apoliticità della magistratura e sull’abolizione delle correnti, come pure sulla separazione delle carriere e la responsabilità civile. Riguardo l’esempio che ho fatto sui giudici in Usa, questo per far capire che, nonostante un certo numero sia eletto, c’è sempre qualcuno che si sente perseguitato, parlando di caccia alle streghe.

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