NOVITA’ PER LA COOPERAZIONE MILITARE TRA ITALIA E SVIZZERA

NOVITA’ PER LA COOPERAZIONE MILITARE TRA ITALIA E SVIZZERA

La Svizzera vuole intensificare la cooperazione in materia di politica di sicurezza con la NATO e ciò comporta un ruolo importante per l’Italia. Se ne è discusso nel pomeriggio a Roma in Commissione Esteri e Difesa del Senato, nel corso dell’audizione del capo di stato maggiore della difesa ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. La consigliera federale Viola Amherd ha incontrato a Bruxelles il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e ora in Parlamento l’attenzione sul tema è stata sollecitata dal senatore Enrico Borghi del Pd, intervenuto nel dibattito. Concretamente, la Svizzera desidera partecipare maggiormente alle esercitazioni della NATO, sviluppare l’interoperabilità tra l’esercito svizzero e l’Alleanza, rafforzare la sua partecipazione ai centri di competenza certificati, collaborare più strettamente nei settori ciber, resilienza e innovazione. La Confederazione dovrebbe poter partecipare a tutte le esercitazioni NATO, sia pure confermandosi nazione neutrale. Un passaggio storico, che avrà anche ricadute in Italia e anzitutto è prevista una collaborazione per la difesa dello spazio aereo svizzero tra l’Aeronautica italiana e l’omologa elvetica.
In questa cornice si inserisce la decisone della Svizzera di acquistare nuovi velivoli F35. Almeno 24 velivoli saranno prodotti e assemblati presso lo stabilimento di Cameri. Qualora non fosse possibile per gli svizzeri assemblare nazionalmente gli F-35, anche ulteriori quattro aerei previsti saranno prodotti a Cameri. Le prospettive di una maggiore cooperazione militare tra Italia e Svizzera aprono la strada anche a ricadute sui territori di confine; infatti, il capo di stato maggiore non ha escluso la possibilità di esercitazioni congiunte e cooperazione nelle zone montane di contatto tra i due paesi.
Il rafforzamento della cooperazione militare tra Italia e Svizzera – osserva il senatore Enrico Borghi- si inserisce nel quadro della modifica degli assetti europei all’indomani dell’invasione russa in Ucraina, e oggettivamente apre ad una serie di opportunità per i territori di confine, oltre che confermare una amicizia storica tra Roma e Berna che va sicuramente a vantaggio della nostra sicurezza.

 

Nelle foto la riunione della Commissione e il senatore Enrico Borghi

 

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