PISTA BMX A FONDOTOCE, RESPINTO DAL TAR IL RICORSO DI ITALIA NOSTRA

PISTA BMX A FONDOTOCE, RESPINTO DAL TAR IL RICORSO DI ITALIA NOSTRA

Il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso presentato da Italia Nostra nei confronti del Comune, della società Malù della famiglia Manoni, della Soprintendenza ai beni ambientali e della Regione Piemonte per chiedere l’annullamento del permesso di costruire la pista per bmx e mountail bike a Fondotoce nei pressi del camping Continental. Sono stati giudicati infondati i rilievi sulla presunta irregolarità e incompatibilità della pista che con le annesse strutture è in fase avanzata di realizzazione, poichè il Tar aveva rinviato la decisione ma non aveva sospeso il cantiere, per cui i lavori sono proseguiti ritenendosi che anche in caso di giudizio sfavorevole alla esecuzione dell’opera si sarebbe potuto procedere senza grossi problemi al ripristino della zona. Quello che si viene a realizzare è  un centro di riferimento internazionale per il movimento di bmx e mountain bike dove è possibile svolgere non solo attività sportiva ma anche attuare proposte sociali come occasione di socialità e aggregazione. E’ possibile organizzare corsi collettivi, individuali, per neofiti ed esperti, allenamenti per agonisti, gare ed eventi, escursioni in mountain bike. La pista è ideata e realizzata per i grandi e piccoli con due percorsi differenti, la pro-line adatta agli esperti e per le categorie juniores ed elite, atleti dai 17 anni in su e la challange-line dedicata ai principianti e alle categorie giovanili. Il tracciato permette di organizzare gare a livello nazionale e internazionale.

Sulla decisione del Tar interviene il gruppo consiliare del Partito Democratico con il seguente comunicato:

Una sentenza molto argomentata e articolata chiarisce bene l’infondatezza delle accuse. Verbania è da molti anni ai primissimi posti (decima nel 2020) nella speciale classifica sull’Eco sistema urbano stilata meritoriamente da Legambiente e basata sul rilievo di molti parametri oggettivi accuratamente misurati. Con l’esplicita sponsorizzazione di Italia Nostra, la stessa Legambiente, nell’estate scorsa, in piena crisi pandemica e con il turismo in pesantissima difficoltà, ha attribuito alla nostra città una ‘maglia nera’ (con grande risonanza su tutti i media nazionali) motivata proprio con il permesso di costruire la pista per bici (biciclette!) bmx.
Da un paio di anni Italia Nostra locale, con riferimento al Piano Grande, accusa costantemente e ingiustamente la giunta di centrosinistra del Comune di Verbania di operare per la distruzione dell’ambiente. Sulla scia dell’azione di Italia Nostra, oltre ai legittimi commenti di merito si sono aggiunti alcuni odiatori professionali che, sui social network o altri mezzi on line, hanno rovesciato sul Partito Democratico, sui suoi dirigenti e sui suoi amministratori l’accusa di essere il partito del cemento, devastatore del Piano Grande e altre sgangherate accuse. Questa sentenza spazza via, se mai ce ne fosse stato bisogno, ogni ombra.
Vorremmo farci aiutare proprio dalla citata sentenza per consentire a tutti di valutare l’infondatezza di questi attacchi. Una delle tre censure al Comune di Verbania sulle quali Italia Nostra ha chiesto al Tar del Piemonte di esprimersi riguarda l’’eccesso di potere esercitato dall’amministrazione nel rilasciare la licenza per la pista bmx.
Ecco cosa scrive a questo proposito il collegio giudicante del Tar:  “Si rileva che la genericità del contenuto delle censure, l’assenza di un principio di prova, la formula dubitativa in cui la maggior parte di esse sono formulate non consentono alcun tipo di sindacato di legittimità”.
Impossibile esprimere un giudizio, dice il Giudice, a fronte di censure generiche e senza prove. Potremmo dire proprio la stessa cosa quando leggiamo sui blog o sui social le accuse al Partito Democratico di essere il partito della distruzione dell’ambiente.
Il Partito Democratico ribadisce di avere la volontà, attraverso i suoi amministratori, di negoziare con la proprietà del Piano Grande interventi che riescano a conciliare  la protezione dei delicati equilibri ambientali dell’area,  l’arresto del degrado che inevitabilmente attacca insediamenti abbandonati, il sostegno alle attività che migliorino l’attrattività della città e creino lavoro e sviluppo. Si tratta di un risultato molto difficile sul quale siamo impegnati quotidianamente, attraverso un lavoro tenace, insieme alla macchina comunale della cui professionalità e correttezza il Tar Piemonte, con la recente sentenza, ha dato pubblico riconoscimento. E siamo disponibili, per perseguire questo obiettivo, al confronto con tutti, in un contesto di leale e onesta collaborazione.

  1. ora speriamo che qualcuno si metta l’anima in pace, con le sue persecuzioni eco-terroristiche….

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