E’ stato presentato questa settimana il Rapporto Annuale della Ristorazione elaborato dal Centro Studi di Fipe Confcommercio. Lo studio scatta una fotografia sullo stato di salute di un settore importante per l’economia nazionale e individua le sfide che attendono il comparto nel prossimo futuro. Un primo dato positivo evidenzia il recupero dei consumi: nel 2022 siamo tornati quasi a livelli pre-covid e il valore aggiunto è in risalita a 43,5 miliardi di euro, il 18% in più rispetto al 2021. Quanto al numero delle imprese della ristorazione, al 31 dicembre 2022 erano 336,000 quelle operative in Italia. Di queste, 9.526 hanno avviato l’attività nel corso dell’anno, mentre quasi 20.139 hanno abbassato le saracinesche con un saldo negativo di oltre 10.600 unità. Tante le concause dietro queste chiusure: dagli strascichi della crisi pandemica al forte incremento dei costi, in particolare delle materie prime e dell’energia (+200%), e alla difficoltà di adattare il servizio a una differente domanda di consumo.
Nelle province di Novara e Vco le imprese attive al 31 dicembre 2022 erano 1.748 nel Novarese e 1.145 nel Vco (in Piemonte erano complessivamente 23.337). Le nuove imprese aperte nel Novarese nel 2022 sono state 71, quelle cessate 139 con un saldo negativo di 68 attività. Saldo negativo di 64 unità anche nel Vco con 36 nuove imprese della ristorazione e 100 cessazioni. Quanto all’occupazione, c’è stato un deciso balzo in avanti che l’ha riportata vicino ai livelli pre-pandemia. In provincia di Novara gli occupati dipendenti al 31 dicembre 2022 erano 6.158, nel Vco 3.057. A questi va aggiunta la fetta di occupazione indipendente (titolari, soci, ecc.) che vale nelle nostre province circa 3.500 addetti. Il Rapporto di quest’anno ci racconta di un rovesciamento di fronte nella ristorazione – spiega Massimo Sartoretti, presidente Fipe Confcommercio Alto Piemonte -. Nel 2022 dalla crisi della domanda siamo passati ad affrontare una crisi dei costi. Pur avendo recuperato, magari non completamente, ma piuttosto solidamente, i livelli dei consumi pre-Covid, l’impatto del forte aumento delle bollette e delle materie prime ha messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende, con un saldo ancora negativo a fine anno. Resta tuttavia alta la fiducia nel futuro dei ristoratori, che si stanno dimostrando capaci di ripensare alle proprie strategie e ad adattarsi alle differenti esigenze dei consumatori, in un percorso di qualità e sostenibilità. La ristorazione è il punto di incontro tra filiere essenziali e sostanziali del Made in Italy e stile di vita delle comunità, punto di riferimento solido dell’economia. Nella Giornata della Ristorazione, festa nazionale del settore del prossimo 28 aprile in tutta Italia, i ristoratori del nostro territorio realizzeranno un piatto a base di pane.
Nella foto Massimo Sartoretti