INSULTO, DUNQUE SONO

INSULTO, DUNQUE SONO

Mentre il Festival di Sanremo è diventato palestra di insulse polemiche politiche (e non è certo confortante constatare che anche politici navigati partecipano allo squallido teatrino offerto da commenti sconsiderati),  vogliamo evidenziare ancora una volta uno degli aspetti che maggiormente balzano all’occhio in questa nuova occasione di polemica.  Era successo la scorsa settimana leggendo e ascoltando considerazioni sulla mobilitazione de “L’Italia che resiste”,  si ribadisce ora nei toni di gran parte degli interventi relativi al Festival e al suo risultato. Ci riferiamo alla volgarità, alla violenza, all’arroganza di un linguaggio diventato per molti l’unico modo di esprimere il proprio “pensiero”, l’unico modo di porsi di fronte a chi non la pensa come loro.  Il linguaggio usato nel web in particolare è diventato per molti lo “sfogatoio” dei propri istinti più bassi,  dando vita ad una tendenza umiliante e degradante. E’ purtroppo la cifra di un diffuso imbarbarimento in cui al civile confronto e alla civile contrapposizione di idee,  si sostituisce l’insulto (peggio è, meglio è) come mezzo più consono per affermare le proprie convinzioni.  Non possiamo che guardare a tutto ciò sconsolati, confortati peraltro da tanti aspetti validi e positivi della vita sociale in cui l’intelligenza prevale ancora sull’ignoranza ed è possibile trovare le contromisure a questi tristi segnali dei tempi.

  1. Politici navigati? Allo stato dei fatti direi politicanti che galleggiano a vista….

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