DA “VERBANIA DOCUMENTI” AGLI AMICI DELLA MONTAGNA

DA “VERBANIA DOCUMENTI” AGLI AMICI DELLA MONTAGNA

Riceviamo e pubblichiamo la seguente riflessione di Verbania documenti (VB/doc) sulla situazione dei
servizi nei comuni montani, affinchè la passione per la montagna non resti separata dalle condizioni
reali di vita di coloro che la abitano:

Oggi sui nostri monti ci sono sempre meno uomini e donne che difendono e mantengono un mondo dove possiamo ancora vivere.  Si tagliano i rami secchi:  si è cominciato con le ferrovie minori e le piccole scuole, ora si vogliono chiudere gli uffici postali per non parlare degli ospedali.  Ogni scelta analizzata singolarmente è forse corretta, ma i risultati negativi complessivi evidenziano la mancanza di una strategia globale.

Verbania documenti ha svolto in questi anni un ruolo importante e riconosciuto nell’affermazione della cultura montana. La nostra collana “Archivio di scritture popolari” ha pubblicato sette titoli di racconti della montagna. Verbania documenti ha dato vita, inoltre, alla rivista della Biblioteca alpina di Cossogno: Cà noscte.

Sono questi i motivi culturali che muovono le iniziative di Verbania documenti a favore delle popolazioni della montagna verbanese.  La storia degli abitanti dei paesi di montagna non riguarda, però, solo la loro cultura. Riguarda anche e a maggior ragione, il loro destino comunitario e istituzionale. Gli avvenimenti sociali della loro vita organizzata hanno, quindi, un ruolo determinante.

La rivista nazionale del CAI dell’agosto 2015 ha pubblicato un articolo “La montagna e l’uomo: cronache di un mondo che scompare”, di cui evidenziamo l’esergo.  Verbania documenti ritiene che non si possa avere uno sguardo approssimativo sulla montagna, ma che il suo mondo naturale si congiunga indissolubilmente con quello organizzato. Le coordinate più rassicuranti per gli abitanti della montagna avvengono nel coerente componimento di questi due mondi.

Le ricadute sociali sui paesi di montagna che determinano la grande diminuzione dei servizi che la rivista del CAI denuncia nell’esergo sollecitano, dunque, una concreta solidarietà tra escursionisti, alpinisti, turisti e abitanti della montagna. Altrimenti perché organizzare istituzionalmente un Parco Nazionale?

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