LIVELLO DEL LAGO: SINDACI PRONTI ALLE VIE LEGALI CONTRO L’AUTORITA’ DI BACINO

LIVELLO DEL LAGO: SINDACI PRONTI ALLE VIE LEGALI CONTRO L’AUTORITA’ DI BACINO

Il Tavolo Tecnico istituito dall’Autorità di Bacino continua a sostenere che il livello del lago Maggiore va alzato. Di fronte a questa scelta contro il turismo e a tutela degli interessi del Consorzio del Ticino, i Sindaci dei Comuni dell’Alto Lago Maggiore (Cannobio, Cannero Riviera, Oggebbio, Verbania, Mergozzo, Baveno e Stresa) riuniti nei giorni scorsi in assemblea, hanno approvato la seguente dichiarazione:   

Non si presta alcuna attenzione a quanto scaturito dagli studi, dalle osservazioni e dai commenti di tutti i partecipanti al tavolo. L’obiettivo unico è alzare il livello del lago per consentire un maggiore apporto di acqua alle attività economiche (agricole, industriali ed elettriche), senza mettere in discussione le politiche di gestione delle falde nonché la gestione dello sbarramento della Miorina. Si tratterebbe di un altro duro colpo inferto al settore turistico, a quello della navigazione e agli aspetti socio-culturali del lago, già duramente provato. Siamo pronti ad adire alle vie legali e a chiedere i danni all’Autorità di Bacino.

Ciò fa seguito – come si legge in un comunicato stampa della amministrazione comunale di Verbania – alle conclusioni della fase sperimentale quinquennale per definire le politiche di gestione del livello del Lago Maggiore. Le risultanze sono molto problematiche per i paesi rivieraschi della sponda piemontese del lago: si propone di prolungare la sperimentazione alzando il livello del Lago a +1,35 m (10 cm in più rispetto al massimo previsto attualmente) sullo zero idrometrico di Sesto Calende e poi sperimentare un aumento fino a +1,50 m. I centri rivieraschi occidentali si troveranno quindi potenzialmente molto ridotta la fruibilità delle spiagge. Verrebbe cioè a mancare una delle leve competitive essenziali per ricostruire una capacità di attrazione verso un pubblico proveniente dal centro e dal nord Europa che è stato allontanato dal Covid facendo mancare quasi il 70% delle presenze. Un settore già duramente provato dalla pandemia come il turismo si troverà a dover pagare un ulteriore prezzo all’agricoltura della pianura. D’altra parte anche il fiume Ticino rischia di vedere sacrificata la propria naturalità, perpetuando questa scelta orientata a favorire gli interessi economici prevalenti, oltre a mantenere inalterate anche le originarie concessioni per la derivazione e l’utilizzazione delle sue acque. Al grave danno per il turismo si aggiungono le notevoli difficoltà che i Comuni incontrano per la manutenzioni delle fasce spondali e delle opere di contenimento, che in queste condizioni non solo non possono essere programmate ma diventano pesanti e gravose per i fenomeni erosivi che si manifestano con maggiore intensità a causa dell’innalzamento del livello.

L’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr di Verbania ha commentato i risultati ottenuti da questi cinque anni di sperimentazione affermando che ci sono ancora troppe incertezze sulla gestione di un livello più alto nel periodo primaverile-estivo soprattutto se in concomitanza con forti piogge e ha proposto la definizione di un modello per la gestione dei livelli, tale da trovare i modi e i tempi più adatti per una nuova regola. Ha ancora una volta sottolineato come l’approvvigionamento idrico necessario alla irrigazione non può avvenire solo a discapito del lago e di questo solamente, ma deve avvenire attraverso una politica di gestione della risorsa idrica dell’area vasta del Bacino del Po che tenga conto non solo delle necessità dell’agricoltura ma anche degli ecosistemi e delle attività socio-economiche di tutto il distretto (monte e valle).

Altre critiche hanno riguardato il fatto che i modelli proposti hanno considerato gli eventi fino alla data di scadenza formale della sperimentazione (15 settembre 2020) ignorando, con motivazioni del tutto formali dal momento che i dati ci sono tutti, l’eccezionale evento della prima settimana di ottobre che non ha prodotto danni drammatici proprio grazie al basso livello del lago e la cui considerazione avrebbe potuto modificare sensibilmente le conclusioni del tavolo tecnico. Infine, i tecnici delle Aree Protette del Ticino e Lago Maggiore hanno sottolineato che l’innalzamento del livello del lago provoca fenomeni erosivi importanti che non sono stati considerati nella valutazione dell’impatto ambientale.

Foto sulla recente esondazione di Massimiliano Bonino

  1. renato brignone 18 Dicembre 2020, 16:47

    una volta lo vogliono basso e una volta vogliono arretrare il Toce… si decidano a Verbania.
    La satira a seguire non è altro che la risposta ad una decisione che è talmente ridicola che puo’ sembrare addirittura una farsa. Leggiamo dal verbale del Comune di Verbania:
    Omissis…
    Per quanto sopra, con l’approvazione definitiva della Regione Piemonte del nuovo PRG sono stati definiti i regimi di tutela idrogeologica dell’ambito del fiume Toce e dell’area del Piano Grande
    stabilendo in particolare che a partire dal confine con il Comune di Gravellona Toce e sino al rilevato ferroviario il regime del fiume Toce è di tipo Fluviale ( ripeto: il regime di un fiume è fluviale!)
    Mentre dal rilevato ferroviario alla foce prevale il regime lacustre ( la sponda sinistra è franata per l’azione del lago? Ma quando mai!)e pertanto per tanto nelle aree di Fondotoce Piano Grande
    Vige il regime vincolistico dato dalle norme del PRG.

    Commento: ho letto che Verbania turistica , ha circa novecentomila presenze annue e di queste il 70% sono nei campeggi di Fondotoce e quindi si capisce tutto: Il comune virtuoso
    pensa ad un ulteriore aumento di presenze ? Pensa anche ad un ulteriore consumo di suolo? Si! Anche se nel propagandare verbania capitale si parla di un” non consumo di suolo”
    sempre citato ma nella pratica assolutamente teorico..
    Sarà sicuramente usata a scopo propagandistico anche la zona umida di Fondotoce ,protetta dal?UNESCO e poco o nulla protetta dal Comune di Verbania ,che se ne è assolutamente disinteressato
    occupandosene solo ,con una magia trasformando un fiume in un lago. Questo potrebbe essere scritto nel pamphlet da presentare a Roma : UN COMUNE CHE FA MIRACOLI!

    Omissis….
    È stata approvata dal Comune di Verbania,in attesa di autorizzazione regionale, la variante stralcio per definire l’assetto idrogeologico del fiume Toce
    Omissis…..
    Stabilendo in particolare che a partire dal confine con il comune di Gravellona Toce e sino al rilevato ferroviario il regime è FLUVIALE ,mentre da li’ alla Foce il regime è LACUSTRE.
    Grave ingiustizia ,tuonano abitanti e amministratori di Gravellona: per anni abbiamo subito i fumi dell’inceneritore ricchi di diossina ed ora meriteremmo una compensazione ,in particolare :CHIEDIAMO: che il confine LAGO -FIUME
    venga spostato a monte permettendo a Gravellona Toce di affacciarsi alle sponde del Lago maggiore e diventare cosi’ parte integrante di un piu’ ampio progetto Turistico-ricettivo dal quale ,con le modifiche attuali ,saremmo esclusi.
    Contiamo sul supporto del Comune di Verbania ,tanto spostare il lago un po’ piu’ a monte non dovrebbe costare troppo.
    Eventuali nuovi campeggi potrebbero insediarsi, una volta bonificata l’arte,sul terreno dell’ex inceneritore con appropriati accessi al fiume.
    Il Comune di Ornavasso,saputo dell’iniziativa di Gravellona chiede che vengano tolti gli inutili vincoli idrogeologici e che sia “LAGO” fino alla passerella sul Toce. Per rafforzare questa necessità basterà guardare le foto della recente alluvione
    che testimoniano che la parte bassa di Ornavasso ,in prossimità del Toce ,è completamente allagata a prescindere delle recenti nuove opere idrauliche definite dagli abitanti:il muro della vergogna.Un vero lago!
    E lago sia!

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  2. beh, altrimenti non sarebbe Maggiore….

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