BRIGNOLI: CONSOLIDIAMO VERBANIA CITTA’ DEGLI STUDI

Diego Brignoli

Le accese polemiche sulle sorti dell’indirizzo di Scienze umane e sociali tra Istituto Cobianchi e Liceo Cavalieri accendono i fari anche sul mondo della scuola in generale e sulle sue problematiche, suscitando di conseguenza tra l’altro prese di posizione dei candidati Sindaco nella campagna elettorale.  Dopo Silvia Marchionini si registra anche un intervento dell’altro candidato  nelle primarie del Pd, Diego Brignoli, che trae pure spunto da una intervista in cui il ministro della pubblica istruzione Maria Chiara Carrozza chiede il contributo di tutti per capire e cambiare quel che non va nella scuola.   Impossibile – commenta Brignoli –  non pensare alla questione Cobianchi e Scienze umane e sociali che in queste settimane preoccupa fortemente e tanti malumori ha sollevato. Si tratta di questione complessa, sulla quale occorre ragionare non solo in modo contingente ed emergenziale, ma soprattutto in termini di futura programmazione, su cosa si potrà e si dovrà fare.  La prossima Amministrazione comunale non potrà occuparsi esclusivamente dell’edilizia e dei servizi destinati alla scuola primaria e secondaria inferiore, dovrà invece impegnarsi fortemente a rafforzare e consolidare la “Verbania città degli studi” superiori, una storica tradizione della nostra città e del nostro territorio, ma soprattutto uno dei requisiti necessari al rilancio dell’occupazione giovanile nel territorio. La Provincia, oltretutto in una situazione di forte precarietà, ha assunto la decisione del progressivo trasferimento presso il Liceo Cavalieri di Scienze umane e sociali. Una decisione fortemente contestata, in contrasto con i deliberati degli organi collegiali competenti del Cobianchi, perché in realtà comporta la cancellazione di un’esperienza quarantennale (la delibera parla di istituzione dell’indirizzo presso il Liceo Cavalieri e contestuale soppressione dello stesso presso l’ITIS Cobianchi). Ma, soprattutto, una soluzione fittizia e temporanea: la messa a disposizione di poche aule al Cavalieri è infatti insufficiente a risolvere il problema degli spazi lamentato dal Cobianchi, significa semplicemente spostare in là di 2 o 3 anni il problema. Poi saremmo da capo. La questione, dicevo, è ben più complessa. Si tratta con ogni evidenza di un problema strutturale del sistema scolastico cittadino oggi sottodimensionato e inadeguato alle oscillazioni della domanda. L’innalzamento dell’età dell’obbligo scolastico, la capacità di attrazione dell’offerta scolastica verbanese e la crescita demografica del primo decennio del Duemila, non particolarmente forte ma in netta controtendenza rispetto al calo di natalità registrato nei decenni precedenti, fanno infatti prevedere un ulteriore aumento della popolazione scolastica superiore già per il prossimo futuro.  Che fare allora?  Nell’immediato non resta che  cercare seriamente nuovi spazi. Ancorché provvisori e parziali. La città è piena di strutture vuote e inutilizzate; saremo anche in presenza di normative più restrittive di quelle del passato, di difficoltà economiche, ma pare inimmaginabile non riuscire a reperire una quindicina di aule (di questo in fondo si tratta). Succursali, certo, che magari sarà anche un po’ complicato gestire, ma chi ha vissuto gli anni della forte espansione, con succursali sparse in tutta la città, è riuscito non solo a sopravvivere, ma nel contempo a innovare a fondo l’offerta scolastica adeguandola alle nuove esigenze.Differente, come ovvio, l’approccio per il futuro. Dato che si tratta con tutta evidenza di un problema  strutturale, gli enti responsabili e interessati, in primo luogo il Comune e la Provincia, costituiscano un tavolo di lavoro che  individui e analizzi tutti i problemi (strutturali, didattici, degli insegnanti, degli allievi) che i cambiamenti in corso generano, li studi e indichi soluzioni serie. I risultati di questo lavoro andranno raccolti in un sistema articolato di proposte che la prossima Amministrazione comunale si farà certamente carico, per quanto di sua competenza, di attuare. Una  proposta concreta, realizzabile e condivisa, che tenga conto della partecipazione e della collaborazione di tutti gli interessati e di tutti gli organi competenti. Un metodo basato sul confronto e non sullo scontro come saggiamente propone il ministro Carrozza.

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